[Corso di programmazione #3] - L'algoritmo 1

[Corso di programmazione #3] – L’algoritmo

Eccoci alla terza puntata della rubrica sulla programmazione oggi parleremo degli algoritmi, e della loro rappresentazione.

code

 

Nella seconda puntata avevamo parlato della strategia risolutiva e avevamo chiamato  “passi” le azioni da compiere per arrivare alla soluzione del problema, da oggi le chiameremo azioni.

Definiamo come azione un evento in cui sono noti il soggetto, detto esecutore, l’oggetto su cui l’esecutore deve agire e la trasformazione prodotta su di essi in un’unità di tempo. Prendiamo per esempio Daniela che deve mangiare una mela: le azioni da lei compiute sono prenderla, sbucciarla e masticarla. Queste azioni si svolgono in sequenza una dopo l’altra. Un’azione si dice elementare quando non può essere scomposta in altre azioni. L’azione elementare è detta anche istruzione. Diciamo quindi che un procedimento risolutivo è un algoritmo quando è possibile descrivere passo per passo il procedimento che risolve un problema costruendo una successione ordinata e finita di istruzioni. Definiamo un algoritmo come efficiente se è corretto, veloce e parsimonioso.

Per rappresentare gli algoritmi possiamo utilizzare due metodi diversi: il diagramma a blocchi o lo pseudolinguaggio (linguaggio di progetto o di programmazione). Un diagramma a blocchi è una rappresentazione grafica dell’algoritmo, si realizza mediante appositi simboli.
-Per la modellizzazione dei nostri progetti consiglio l’utilizzo di un semplice programma di nome AlgoBuild di cui scriverò una breve guida.-
In questa tabella raccolgo i simboli utilizzati per rappresentare un programma:

L’algoritmo °3

Lo pseudolinguaggio è  un linguaggio formale, ovvero un linguaggio che utilizza simboli ai quali corrisponde uno e un solo significato in qualsiasi contesto. La traduzione di un algoritmo in pseudolinguaggio la chiamiamo pseudocodice, l’attività della traduzione è detta pseudocodifica. Lo scopo principale dello pseudocodice è di tradurre un algoritmo in una forma naturale per il risolutore, utilizzando frasi ed espressioni elementari della lingua italiana. Non dobbiamo confondere lo pseudocodice con il linguaggio di programmazione, siccome il primo non è comprensibile al computer, dobbiamo ricorrere al secondo per scrivere un programma.

Vediamo un esempio di pseudocodifica:
SCRIVI (<Messaggio>[,<Variabile>])
LEGGI (a)
È facilmente intuibile che rappresentino due istruzioni di input e output dei dati.

Finisce qua la terza puntata del corso di programmazione di Socialandtech,  vi aspetto alla prossima la quale sarà un breve tutorial su Algobuild, che nel frattempo vi invito a scaricare da questo link diretto.

Questo si chiuderà in 20 secondi

Translate »