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Il futuro delle auto connesse

di Paolo Arcagni, System Engineer Manager di F5 Networks

Dall’idea di Elon Musk di costruire una rete di tunnel sotto Los Angeles, alle automobili volanti di Uber, l’ambizione tecnologica di trasformare le reti stradali sta ormai diventando realtà. Case automobilistiche come Ford, Peugeot, Jaguar e Seat hanno presentato i propri veicoli a guida autonoma al Mobile World Congress quest’anno, mostrando quanto sia ampio il potenziale per rendere il viaggio più efficiente e sicuro.

Tuttavia, esistono ancora una serie di ostacoli. Sono molte le aziende che si stanno muovendo in diverse direzioni per guadagnare un posto di leader nella rivoluzione delle auto senza conducente, e sono molti gli standard di mercato, il che sta rallentando lo sviluppo del settore. Ci sono anche questioni legali e regolamentari, alle quali molti produttori dovranno rispondere per essere in linea con la normativa europea.

Una delle sfide più significative per le automobili senza conducente è la sicurezza in rete. I rischi in questo settore sono sempre più legati a Internet e alle reti mobile; c’è il pericolo concreto che un hacker riesca ad accedere a un’auto, ma anche che un’auto venga manomessa a distanza. Non abbiamo ancora assistito ad un attacco su larga scala, ma gli hacker etici hanno già dimostrato di aver preso il controllo di una Jeep Cherokee nel 2015 intervenendo su climatizzatore, impianto stereo e pannello touch, ma anche sui tergicristalli, sulla trasmissione, sui freni e sullo sterzo.

Giustamente, una grande enfasi è stata posta sul fatto che questi veicoli devono essere sicuri per i passeggeri, dando alla sicurezza la priorità soprattutto nella fase di progettazione e di produzione. Tuttavia, questo significa affrontare il problema della sicurezza da un solo punto di vista. Dobbiamo, invece, prendere delle misure significative per mettere in sicurezza l’infrastruttura e la complessità di un ecosistema crescente di applicazioni.

Immaturità dell’infrastruttura

Le macchine del futuro saranno intrinsecamente legate alle smart city. Tuttavia, la nostra infrastruttura non è abbastanza robusta per gestire e proteggere i dati associati all’IoT del veicolo.

Le innovazioni infrastrutturali saranno essenziali per consentire la comunicazione tra i veicoli e i luoghi che attraversano, raccogliere e analizzare i dati in scala, consentendo ai governi di ridurre le emissioni di CO2, di diminuire la congestione del traffico e di costruire strade più sicure. Le connessioni di rete diventeranno probabilmente un obiettivo per gli hacker, quindi è fondamentale che la sicurezza delle infrastrutture diventi una priorità. Chiaramente, ci saranno punti di contatto significativi tra i produttori di veicoli, le infrastrutture della città e i fornitori di connettività che collegano insieme questi sistemi. Ed è su questi punti di contatto che la sicurezza diventa essenziale, in quanto molto probabilmente rappresenteranno gli obiettivi primari per chi attacca.

Poiché le città sono diventate più smart e le tecnologie del settore automobilistico più avanzate, le vetture assomiglieranno sempre più a un insieme di applicazioni collegate al loro ambiente attraverso Big Data e IoT. GSMA prevede che entro il 2020 l’automobile sarà l’applicazione più connessa e Gartner stima che 250 milioni di veicoli saranno collegati e disporranno di sensori digitali.

Le aziende che integrano l’IoT nei loro sistemi IT potranno automatizzare i processi aziendali e migliorare ulteriormente la connettività con il monitoraggio delle merci e l’analisi delle competenze degli autisti. I conducenti potrebbero presto pagare tasse di pedaggio o congestion charge e trasmettere i dati personali via Internet.

C’è un enorme potenziale perché le aziende diventino più efficienti e migliorino l’esperienza dei clienti, anche se le funzionalità di sicurezza saranno un elemento di differenziazione nel modo in cui i consumatori acquisteranno un’auto connessa in futuro. Le aziende automobilistiche che adottano piattaforme sicure guadagneranno la fiducia dei consumatori.

Prepararsi per il futuro

Un consorzio di aziende inglesi ha presentato un progetto per testare una flotta di automobili senza guidatore sulle autostrade britanniche nel 2019. Tuttavia, c’è ancora una grande lavoro da fare per collegare, garantire e monetizzare la prossima generazione di veicoli connessi. La sicurezza è stata spesso presa in considerazione solo in un secondo momento nella progettazione delle auto. Quindi, perché le autovetture autonome diventino una realtà del nostro mondo connesso, è fondamentale che i produttori incorporino le soluzioni di sicurezza nel ciclo produttivo per un sistema più veloce, più intelligente e più sicuro.

Massimo Uccelli
Fondatore e admin. Appassionato di comunicazione e brand reputation. Con Consulenze Leali mi occupo dei piccoli e grandi problemi quotidiani delle PMI.

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