Insider Anonymous l’intervista completa su Presi per il Web

Un grazie anticipato ai ragazzi di Operation PayBack ITA per averci concesso la pubblicazione dell’intervista, loro sono le voci degli appartenenti  all’Organizzazione di Cyberdissidenti più famosi del mondo, gli Anonymous, in esclusiva  per la  trasmissione radiofonica Presi per il web su Radio Radicale. 

anonymous1Alcune domande forse vi sembreranno banali, ma dobbiamo immaginarci che molti ascoltatori ovviamente non sanno

1)Anonymous non ha portavoce né capi, come è noto, però lei/Voi  ci  conferma/te  di far parte del Collettivo orizzontale Anonymous?
Anonymous non è neppure un collettivo orizzontale. È un’idea. Che diventa una pratica ed una forma di protesta e di attivismo dentro e fuori dalla rete. Agiamo come uno sciame, la nostra è un’intelligenza alveare, stringiamo alleanze che sciogliamo in una notte, organizziamo delle operazioni, colpiamo un obbiettivo e poi ci disperdiamo. Fino all’azione successiva. Per rispondere alla tua domanda: siamo,  Anonymous  e facciamo,  parte della Legione.
2)Cominciamo dalla domanda classica: Quando e perché  è nato il  movimento di cyber attivisti Anonymous ? ( a proposito la definizione   di cyberattivisti  la ritenete corretta?
 
Anonymous viene dalla rete. C’eravamo prima e ci saremo anche dopo. Come ti abbiamo già detto, Anonymous non è propriamente un collettivo, ma una forma di lotta: non c’è una data di fondazione. Il 5 novembre del 1994 per una settimana vennero lanciati attacchi DDOS contro i siti del governo inglese: la crew che portò avanti l’operazione si chiamava Zippies.. ma erano Anonymous anche loro. Oppure pensa ad AntiSec: è una delle sigle più note del nostro universo ed è stata portata alla ribalta dalla crew di Kayla, Sabu, Topiary… ma il movimento antisec nasce nel 1997. E la board /b di 4chan? Li erano tutti anonymous.
Ovviamente però ci sono stati diversi momenti storici all’interno dei quali la sigla Anonymous è stata riconosciuta nel panorama internazionale ed è entrata nell’immaginario collettivo: tra i più importanti che ricordiamo ne annoveriamo quattro: la battaglia contro la chiesa di Scientology (2008), la prima Operation Payback in risposta alla condanna subita da PirateBay, la seconda Operation Payback nel dicembre 2010 quando il governo statunitense tentò di cancellare Wikileaks dalla rete ed infine le rivolte arabe del 2011 (e l’OpTunisia contro il regime di Ben Alì in particolar modo).
3)Potreste spiegare ad un pubblico non tecnico, cosa si intende per  gruppo orizzontale sulla rete? Che di fatto non ha capi?
Anonymous più che un gruppo orizzontale è, come spesso è stato definito, un’idea. Un’insieme di ideali in nome dei quali si opera e gli ideali che ci uniscono sono fondamentalmente trasversali alla società quali ad esempio quello della libertà d’espressione, del diritto all’informazione, del diritto all’autodeterminazione degli individui ecc ecc . Alla luce di ciò quel che diventa importante non è il “chi” ma il “cosa”… Quel che importa è,secondo il fine della singola op, la diffusione delle informazioni, la denuncia di fatti, il richiamo dei media su certe situazioni (in modo da sensibilizziare i cittadini informandoli e provando a farli ragionare su alcuni punti), la protesta per ingiustizie e così via. Non è l’azione dei singoli ma il suo insieme la vera forza.
All’intero di anonymous,appunto non ci sono capi, cioè non c’è una vera piramide gerarchica; effettivamente sono presenti operatori di vario livello nei vari canali ma,in realtà,la rete garantisce a chiunque la più vasta libertà di azione. In altre parole chiunque,tramite  anonymous, può protestare contro gli obiettivi che desidera. Le restrizioni in anon sono poche e ovvie: azioni in supporto di stupratori, pedofili, nazisti, fascisti,razzisti,omofobi e transfobi sono vietate. Ogni utente ha la propria idea di anon. Tuttavia abbiamo discusso sui diritti inalienabili che devono esser propri di ogni essere umano.Tutto ciò  si compendia quasi in un’unica parola: diritto all’esistenza. Ogni essere umano deve vedersi garantito un’alloggio, cibo, educazione gratuita ad ogni livello, sanità, diritto d’espressione e dissenso, reddito, per il solo fatto di esistere. Siamo comunque consapevoli che per quanto riguarda l’italia, questi principi generali debbono essere applicati in un contesto nel quale i diritti minimi sono spesso incredibilmente non riconosciuti. Quindi certe nostre azioni sono state indirizzate a sensibilizzare in merito; ci riferiamo ad esempio:
alla mancanza,in Italia, di una legge contro la tortura(da parte delle forze dell’ordine),che invece dovrebbe esser già stata approvata da circa 20 anni. Visto l’estremo degrado e l’impenetrabilità del sistema carcerario,molti sono i suicidi nelle strutture di detenzione; inoltre la lista dei morti ammazzati per futili motivi dalle forze dell’ordine è troppo lunga. Quindi abbiamo chiesto che le prigioni siano (compatibilmente colla privacy dei detenuti) dotate di sistema di videosorveglianza ed altrettanto avvenga per le caserme, commissariati ed altre strutture detentive. Le immagini dovrebbero essere pubbliche e continuamente controllate per evitare o punire ogni abuso. Più o meno su questo punti per quanto conosca anon,devo dire che tutti concordano.
4)Potreste farci esempi di azioni nazionali ed internazionali compiute  nel passato, con obiettivi e finalità
[Sicuramente una delle nostre piu grandi operazioni è stata quella rivolta alle forze di polizia, il cui anniversario cadeva proprio nei giorni scorsi. In quell’occasione, dopo esser riusciti ad entrare nei loro server con estrema facilità, abbiamo prelevato migliaia e migliaia di files, rilasciati poi in rete dopo un esame veloce (cerchiamo sempre di tutelare la privacy dei cittadini, anche se ammettiamo qualche svista). Con #OpPolice abbiamo voluto in particolar modo chiedere l’introduzione del reato di tortura, apporre dei numeri identificativi degli agenti che, abituati a lavorare “nell’anonimato” compiono sopprusi e violenze restando impuniti. Oltre ad ovviamente esprimere la nostra vicinanza alle varie e moltissime famiglie delle vittime, agli arrestati ed a chi, in un modo o nell’altro ha subito violenze da parte delle forze dell’ordine.] <– Parte non trasmessa in radio
 Nel passato abbiamo fatto anche svariate Op contro CasaPound ed altri siti che richiamano lo stesso becero ideale , perchè Anonymous è contro ogni tipo di fascismo, razzismo, sessismo e omofobia.
Nei mesi scorsi alcuni di noi hanno partecipato attivamente ad opisrael, in sostegno al popolo palestinese vittima dell’oppressore nazisionista, ed anche ad operazioni, sempre in ambito internazionale, che miravano a difendere i diritti umani delle popolazioni della Turchia e della Siria.
In questi giorni, invece, abbiamo attaccato vari siti istituzionali,tra cui  il sito del Ministero dei Trasposrti, quello della Corte dei Conti, Cassa depositi e prestiti e quello dello Sviluppo economico. Tutti targets inerenti alla manifestazione di Roma del 19ottobre e a supporto del movimento Notav che si batte da anni per la difesa e tutela del proprio territorio.
I giorni seguenti abbiamo preso di mira il Ministero dell’Istruzione, in sostegno a migliaia e migliaia di studenti, insegnanti e professori che in questi anni si sono visti tagliare fondi a loro destinati.
Da diversi anni siamo molto attivi anche per quanto riguarda i diritti ambientali, con #Operationgreenrights. In particolare in ambito nazionale, lo scorso anno abbiamo colpito l’Ilva svelandone l’infrazione dei limiti di emissione di sostanze tossiche nell’ecosistema di Taranto, violentato da un manipolo di padroni alleati dello stato. Anche quella contro la TAV è una nostra battaglia importante, così come lo è quella contro le antenne del sistema MUOS di Niscemi. Ci opponiamo anche al proliferare di rigassificatori,che colpiranno le coste tirreniche la cui fauna marittima è già messa a repentaglio da sostanze velenose ed inquinanti: il numero di cetacei che si spiaggia ogni anno è altissmimo. I target connessi a queste cause di sventura sono evidenti.
Anonymous vuol anche informare: conoscere è il primo passo per appropriarsi della possibilità di decidere. Facciamo informazione diretta, come quando divulgammo il leak inerente l’ILVA:nel database dell’acciaieria era riportata la serie storica delle rilevazioni di emissioni della valvola furfurani.In altri termini il documento si presentava come una lista di valori rilevati giorno per giorno durante alcuni mesi del 2012. Quando le emissioni della valvola,si avvicinavano al valore soglia riportato,questo era artificiosamente manomesso ed aumentato. Dalla tabella risultava evidente che questa operazione era stata ripetuta per 4 volte in pochi mesi. Ricordiamo che i furfurani sono cancerogeni come le diossine, ma assimilabili anche attraverso la cute. Ovviamente in questo modo i valori di guardia non erano mai superati.
5)Quali differenze pensate ci possano essere tra il Collettivo generale  e  quello  Italiano?
Non ne vedo moltissime, primo perchè mi sarebbe difficile dare dei contorni precisi ad un movimento “liquido” cioè scarsamente uguale nel tempo perfino a se stesso, poi perchè spesso ci sono degli interscambi con membri di nazionalità diversa che condividono le finalità delle operazioni. Non e’ raro, dato che la rete non è un luogo fisico e che l’inglese è il linguaggio più diffuso online, che nelle varie crew ci siano persone che provengono da più parti ma che operano alla stessa maniera. Non è una questione di cittadinanza, sono piuttosto i fini delle singole operazioni il motore aggregante.
Nel caso di #OpGreenRights tutti i nostri bro’ internazionali si coordinano: l’operazione si avvale del contributo di anon di diversa provenienza su obiettivi comuni legati ad ambiente e diritti umani. Un esempio è la questione congolese: si tratta di un paese segnato da guerre interminabili; più che questioni etniche, lì la causa è da ricercarsi nella voracità delle grandi industrie estrattive che lavorano soprattutto per i produttori di tecnologie informatiche(hardware). Già  nei primi anni 2000 l’ONU ed un apposito comitato del governo inglese (RAID) in un’inchiesta, conclusasi nel nulla a causa di pressioni occidentali, riconosceva che le cause scatenanti dela guerra civile nel paese erano sopratutto da ricercarsi nella contesa tra grandi aziende per accaparrarsi il coltan ed altri minerali rari. Diverse bande armate al soldo dei sopra citati produttori si contendevano,per conto di questo o quel padrone,il controllo delle miniere a cielo aperto dove finanche i bambini congolesi scavavano per giornate intere a mani nude nel fango.Oggi poco è cambiato: continuano ad esserci persone che scavano nel fango e Mr Ntaganda, signore della guerra circa  10 anni fa, controlla larghe fette del territorio con il suo esercito di tagliagole. Ebbene, in un nostro leaks reperito nei database di Traxis, enorme azienda estrattiva di Coltan, si riportava una mail del 2012 nel quale Mr.Salvakalumba offriva a Traxys alcune migliaia di tonnellate di stagno (altro componente essenziale nell’industria dei celluari e di computers) e sosteneva di poter trasferire il carico a Cingola,in Zambia. Ci siamo chiesti il perchè di questo strano comportamento. Il punto è che Traxys,come tutte le aziende del settore, si è impegnata a non estrarre minerali da aree di guerra,com’è appunto il Congo. Trasferendo lo stagno dove non c’è guerra (Zambia), il carico può esser imbarcato e certificato come “etico” in quanto non proveniente da aree belliche.
6)Il  19 ottobre vi siete schierati con i giovani ( e anche meno  giovani)  che occupavano simbolicamente Porta Pia, è una svolta sociale   all’interno dell’organizzazione o le finalità sociali sono state sempre   presenti nelle vostre azioni? In altre parole è più presente l’idea di  sfidare in qualche modo l’idea stessa del potere, attraverso azioni   dimostrative come quelle di (effettuare azioni) contro soggetti   istituzionali  oppure quella di sostenere in qualche modo anche le   rivendicazioni di determinate fasce sociali, le più deboli per   intenderci?
Facciamo ciò che dobbiamo perché possiamo. Nel  farlo però siamo anche in grado di mettere in luce che il potere non è  invulnerabile, che possiamo attaccarlo, che unendoci in una legione,  niente può fermarci. Una delle nostre parole d’ordine è “United as One,  Divided by Zero”.
Abbiamo  imparato ad usare i computer, abbiamo imparato a conoscere internet. E  questa conoscenza l’abbiamo trasformata in un potere che a volte  utilizziamo solo per divertirci. Altre volte invece lo utilizziamo per  schierarci e combattere battaglie che ci sembrano importanti: quelle  contro le lobby di Hollywood e le major discografiche che vogliono  trasformare internet in una gabbia per mantenere in vita il cadavere  dell’industria del copyright (in Italia questo avviene con l’AGCOM).  Oppure quelle a favore di Wikileaks che viene accusata di essere  un’organizzazione terroristica quando si è semplicemente limitata a  rivelare a tutto il mondo i crimini commessi dagli Stati Uniti per il  petrolio.
 In  Italia siamo stati con il movimento No Tav che vuole impedire la  costruzione di una grande opera che è antieconomica, antiecologica e  che, se fosse realizzata, distruggerebbe un intero territorio e la vita  di tutti quelli che lo abitano.
7)  “Anonymous non  attaccherebbe mai un giornale, una tv o un sito che  divulga informazioni  perché è mosso da ideali, il primo dei quali è  quello della libertà  di informazione. AntiSecIta non è mosso da ideali,  se non quelli che  spingono alcuni Hacker a testare la sicurezza dei  siti. Una volta  trovata una “falla” nel sito, i componenti di AntiSec  distruggono o  modificano tramite un deface il sito completo. Non vi  sono ideali, ma  solo la voglia di trovare falle e mettere alla luce  questi errori”.
Il  19 ottobre però  alcuni organi di stampa hanno riportato di un  vostro  possibile  attacco anche  a siti di informazione,  nella  fattispecie le  home pages di importanti quotidiani italiani. Sui vostri  account  voi  però avete smentito,  è cosi? Confermate di non essere stati voi?
Lo  confermiamo. C’è una sola regola rispettata dagli anon di tutto il  mondo: non attaccare i siti d’informazione. Noi lottiamo per la libertà  d’espressione. Per quanto riguarda il 19 ottobre: L’attenzione mediatica  era molto alta. Il blackout dei siti di diverse testate è probabilmente  da imputare ad un eccesso di richieste del pubblico che voleva  informarsi rispetto a quanto stava accadendo in piazza. Probabilmente  gli amministratori di questi siti non sono stati in grado di gestire  l’alto numero delle richieste.
Per  noi però resta un mistero il motivo per cui il pubblico italiano si  ostini ad informarsi su piattaforme, testate e network che hanno  dimostrato negli ultimi anni (ed il 19 ottobre è stata l’ennesima  riprova) di avere come unico obbiettivo quello di distorcere la realtà e  nascondere la verità al popolo.
C’è  anche da dire che svariati gruppi nella rete si firmano “Anonymous”   utilizzando il nome, sfruttandolo, sciupandolo per patrocinare atti che   sono in realtà contrari agli ideali che ci legano e, più di una volta, abbiamo dovuto denunciare la nostra estraneità ad azioni che non ci  avrebbero mai visti schierati; ma questa destrutturazione è la nostra  forza, è l’anima profondamente democratica del nostro collettivo con i  suoi pro e i suoi contro.
Ricordiamo che tutte le operazioni che facciamo le rivendichiamo sul nostro blog e sui nostri social.
8) Si  sta  discutendo molto in rete, e non solo, di alcune norme che  potrebbero  essere varate in Italia per allentare il concetto di  anonimato in rete,  ma molte organizzazioni anche internazionali sono  contrarie a questo  tipo di norme, anche perché la libertà di  informazione ne potrebbe  essere influenzata, pensate che queste norme  possano essere state  pensate anche contro di Voi?
Queste  norme sono pensate principalmente per censire e controllare tutto il  popolo della rete, come qualsiasi altro tipo di controllo al di fuori di  questo media, indipendentemente dal fatto che siamo anonymous o meno.
Il controllo in sè è pensato al singolo, per il controllo del singolo. Assistiamo ancora una volta alla tipica forma mentis Americana riguardo il controllo globale.  Questo quindi potrebbe causare grossi problemi anche a noi, oltre a  giornalisti, attivisti sparsi per il mondo, whistleblower che hanno  l’anonimato come unico mezzo per divulgare informazioni in sicurezza, ma  anche solo singoli cittadini che vivono in Paesi oppressi da regimi,  che vedrebbero venir meno una delle poche possibilità che hanno per  comunicare con il mondo.
9)Cosa  pensate, e se ne avete  discusso tra di voi, di quello che sta venendo  fuori in relazione al cd  datagate?  Voi che conoscete immagino  perfettamente  la Rete reputate  possibile un sistema di intercettazione  su vasta scala di questo tipo  senza che nessuno se ne fosse mai  accorto?
Ovviamente  che la rete fosse sotto controllo si sapeva, ma le notizie uscite in  queste ultime settimane fanno pensare ad un sistema di sorveglianza ben  più grave, approfondito e radicato di quanto si potesse sospettare. Soprattutto   con le rivelazioni dell’Espresso ci si può rendere conto di quanto i  servizi segreti siano in stretto contatto tra di loro sia nel carpire  informazioni degli utenti, sia nello scambiarsi le stesse. Diffidiamo dal credere alle parole di Minniti (Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica) che,i  giorni scorsi davanti ai componenti del Copasir, ha affermato che i  nostri servizi segreti siano all’oscuro di tutto, e che la privacy dei  nostri concittadini sia stata preservata. Un mucchio di cazzate che  temiamo verranno presto smentite con gli sviluppi sul caso NSA.
E’  sempre stata nota la possibilità che chiunque possa venire  intercettato, la vera anomalia è che solo ora che alcuni dei grandi sono  stati colpiti ci si indigna e si grida allo scandalo.
Vien da dire… ve lo avevamo detto.
10) Qualcuno  in  passato ha posto dei dubbi sulle finalità solo sociali del  collettivo,  lasciando intendere che vi potesse essere stato anche un  interesse  personale di qualche membro del Collettivo in determinate  azioni,   Cosa  rispondete a queste accuse?  
Rispondiamo  assolutamente NO!  In realtà, estendere l’accusa di finalità di lucro a  tutti è un tentativo di screditare l’intero movimento e di  ingannare  l’opinione pubblica che, disincantata e delusa, non vedrebbe  più in  Anonymous gli hacktivisti che lottano per la Libertà senza alcun  scopo  di profitto.
Noi  in realtà siamo proprio questo: non agiamo in  nome del denaro, bensì  per una causa collettiva. Sono gli ideali ad  accendere in noi la  scintilla della rivolta; non certo  il guadagno,
inoltre essendo perfettamente consapevoli del fatto che la legge punisce l’accesso abusivo a sistema informatico e la pubblicazione di atti   segreti, non so davvero che cifre potrebbero giustificare una simile   presa di rischio.
Mai un centesimo è passato nei nostri conti. Alcune delle persone  arrestate  sulle quali pende l’accusa di finalità di lucro avevano  preso, da  tempo, le distanze dal movimento.
Non sappiamo che genere di attività  portassero avanti al di fuori di  Anonymous, ma ribadiamo che NESSUNA  delle nostre operazioni è legata in  alcun modo al profitto, e ad alcuni  dei nostri è stata affibiata  ingiustamente l’accusa di finalità di  lucro: niente di più falso, non  siamo profittatori.
Porgiamo ancora i nostri ringraziamenti a voi di Operation Payback ITA per la disponibilità e la serietà che dimostrate ogni giorno, grazie a Radio Radicale per lo spazio concessovi e un GRAZIE a tutti coloro che ogni giorno sostengono le nostre idee.
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