Una delle capacità più forti dell’industria dei videogiochi è, senza ombra di dubbio, quella di attirare l’attenzione di miliardi di persone attorno al desiderio e alla passione di vivere esperienze virtuali attraverso personaggi che vivono determinate esperienze al posto loro, seguendo minuziosamente i loro comandi. I videogiochi, e parliamo già di quelli inventati nel lontano 1958, rappresentano a tutti gli effetti un primo approccio umano al mondo e ai giochi virtuali, mondo che oggi è in continua evoluzione e i cui effetti siamo tutti in attesa di scoprire.
Chi non ha sentito parlare, negli ultimi anni, di metaverso, realtà aumentata, intelligenza artificiale o realtà virtuale? Si tratta di tutti termini di uso comune che si possono più o meno padroneggiare, ma che di fatto sono destinati a cambiare il nostro modo di vivere la realtà. E già lo stanno facendo.
In questo contesto si inseriscono naturalmente i giochi virtuali, i videogiochi sportivi e gli eSports, la cui popolarità è in continua crescita. Proprio di recente ha fatto molto discutere l’opportunità di inserire gli eSports alle Olimpiadi rendendoli a tutti gli effetti delle discipline sportive.
Uno degli aspetti più interessanti di questo fenomeno è il legame che si viene a creare tra il mondo virtuale e quello dello sport e, nello specifico, tra i produttori di videogiochi che simulano uno specifico sport e le leghe e i giocatori che praticano quell’identico sport sul campo. Pensiamo, ad esempio, al videogioco “Madden”, lanciato nel 1988 da EA Sports, uno dei giochi più venduti al mondo per oltre 20 anni che ha instaurato un forte legame con la NFL. Il gioco, intitolato al leggendario giocatore e allenatore John Madden, ha influenzato in modo significativo la cultura americana, tanto da avere un impatto sugli stessi giocatori e allenatori di football nella vita reale.
Discorso simile può essere fatto per il videogioco “NBA2K” e la National Basketball League: lanciato nel 1999, in America, questo gioco è riuscito a sbiadire i confini tra l’NBA e “NBA2K” coinvolgendo in un realistico spettacolo sportivo tanto i tifosi quanto gli addetti ai lavori.
Questi videogiochi, del resto, permettono non solo di rimanere aggiornati e coinvolti negli sport che si amano e di poter conoscere ad apprezzare sport praticati in posti fisicamente lontani che altrimenti si faticherebbe a seguire, ma anche di sopperire alla loro assenza nei periodi di pausa tra una stagione e l’altra.
E non è tutto: ciò che sono riusciti a realizzare, infatti, è ancora più grande.
La promozione di sport come il calcio, il football americano, il basket, attraverso i videogiochi ha suscitato un crescente entusiasmo per gli sport reali, generando nuovi appassionati e praticanti che hanno iniziato ad apprezzare queste discipline anche nella vita reale, sfruttando il vantaggio di poter acquisire una conoscenza approfondita di tutti quei meccanismi sportivi che potrebbero sfuggire durante una semplice trasmissione televisiva e che invece sono semplici da comprendere attraverso il gioco.
Ma cosa accade quando si parla di sport individuali come il nuoto, che si prestano meno alle competizioni virtuali e addirittura appaiono inadatte a questo mondo? La realtà virtuale ha in serbo naturalmente novità anche per gli amanti dell’acqua e per tutti coloro che, al contrario, vogliono avvicinarsi ad uno sport con cui non hanno confidenza. Che le nuove tecnologie possano insegnare anche a nuotare? Sicuramente al momento il nuoto virtuale è pensato più come un complemento all’attività̀ fisica tradizionale, che non come una sua sostituzione, ma le sue potenzialità sono ancora tutte da scoprire e gli scenari sono inesplorati.
Effettivamente siamo solo all’inizio di un nuovo capitolo nella storia del nuoto, in cui la realtà̀ virtuale e il mondo reale si fondono per creare esperienze uniche: sarà interessante vedere come questa innovazione cambierà anche il modo in cui viviamo il nostro rapporto con l’acqua!
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