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Suicidio: è possibile prevederlo?

L’anno scorso, alcuni ricercatori in Svezia hanno pubblicato uno studio che permette collegare la propensione di un individuo al suicidio a livelli superiori a quelli usuali di acido chinolinico, un neurotrasmettitore il cui livello aumentando determina l’infiammazione delle membrane cerebrali .

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Ora, un team di scienziati in Australia sta cercando di sviluppare un esame per misurare i livelli di acido chinolinico nel sangue, quantificando la quantità di quest’ultimo nel liquido cerebrospinale in seguito alla somministrazione di ben 64 farmaci differenti utilizzati normalmente dai pazienti affetti da depressione .  Apparentemente, il test avrebbe funzionato come strumento diagnostico per aiutare i medici a valutare lo stato mentale di una persona depressa (più elevati sono i livelli della sostanza chimica, maggiore è la probabilitá che un paziente tenti il suicidio).Bisogna ora appurare l’efficacia del test. Può effettivamente aiutare i medici ad impedire i pazienti a suicidarsi? Forse, ma sapere che un paziente può essere incline al suicidio non è la stessa cosa di trovare il modo per impedire che ciò accada. Probabilmente, il test risulterà più utile come strumento di ricerca per mettere in evidenza il rapporto tra il sistema immunitario del corpo e la depressione , e di approfondire il ruolo dell’acido chinolinico in malattie del cervello come il morbo di Alzheimer, l’autismo e la schizofrenia.

 

Nota.: l’articolo è stato scritto con l’unico scopo di documentare le nuove scoperte scientifiche fatte. Con la pubblicazione non si vuol in alcun modo urtare la sensibilità altrui.

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