L’Intelligenza artificiale consente di interfacciarsi in una maniera del tutto innovativa con i Big Data. L’utilizzo massivo dell’AI tocca praticamente tutti i settori, alcuni più di altri, ma quando scendiamo nell’ambito delle risorse umane risulta difficile pensare all’impiego dell’AI per l’automazione dei processi. La tendenza è quella di credere che il ruolo dell’Intelligenza Artificiale arrivi a soppiantare quello umano, andando a trasformare radicalmente un intero settore, rendendo altresì inutile l’intervento umano al suo interno. In questo scenario di stravolgimenti, dove si colloca il ruolo dell’HR Specialist? Di seguito analizziamo nel dettaglio la formazione dell’HR Specialist e il suo ruolo nello scenario attuale, partendo dalle mansioni che svolge.
Il ruolo dell’HR Specialist è strategico
L’HR Specialist è preposto alla gestione delle risorse umane nel suo più ampio significato. Questo significa che il professionista in questione si occupa della gestione e della valorizzazione delle risorse umane da più punti di vista, mantenendo nei suoi obiettivi professionali il conseguimento degli interessi business dell’azienda. Si tratta di una figura mediatrice tra il personale e l’impresa, con il compito di assicurarsi il benessere dei dipendenti, tutelando al tempo stesso la produttività e gli interessi del datore di lavoro (Azienda). Per riuscire in questo compito bisogna necessariamente partire dalla gestione e dalla cura delle risorse umane. Tra le principali mansioni dell’HR Specialist troviamo:
- ricerca e selezione del personale
- pianificazione e gestione dei colloqui di lavoro
- assunzione del personale
- definizione del rapporto di lavoro
- gestione delle relazioni aziendali (buste paga, ferie, permessi, malattie, licenziamenti, ecc)
- organizzazione dei processi di formazione e delle eventuali attività di training
Quelle appena elencate sono solamente alcune delle competenze di un HR Specialist. La sua area di competenza annovera infatti numerose altre capacità e conoscenze quali il customer branding, ossia l’insieme dei valori che l’azienda associa al proprio marchio, il risk management, il processo attraverso il quale si fa una stima dei rischi per poi studiare delle strategie per contenerli e governarli. Se aggiungiamo anche l’impatto che le recenti tecnologie disruptive hanno avuto nell’ambito delle HR, ci si rende immediatamente conto di quanto vi sia dietro a questo ruolo.
L’introduzione della AI nel settore HR
Se parliamo di logistica, distribuzione, advertising e retail, ma anche di finanza o healthcare, non stupisce il fatto che l’intelligenza artificiale trovi vaste applicazioni. Ma, quando si entra nel settore delle risorse umane che, per definizione, è incentrato sulla componente umana, può essere difficile pensare alla digitalizzazione dei processi. Se, pensiamo, a come la tecnologia sia parte integrante delle nostre vite e della nostra quotidianità, è impossibile non riflettere sulle modalità e la misura con cui questa entra in relazione con gli esseri umani. È innegabile che la digitalizzazione e l’automazione di alcuni processi aiuterebbe a snellire procedure e tempistiche. Da questo punto di vista, l’AI diventa un’alleata preziosa se integrata in maniera armonica nell’ambito delle risorse umane.
Va detto che le aziende si ritrovano oggi ad interfacciarsi con le nuove generazioni caratterizzate da aspettative e necessità differenti. Si tratta inoltre di una generazione che sta facendo il suo ingresso nel mondo del lavoro in un momento storico difficile per l’Italia, dove l’inflazione elevata e un sistema salariale inadeguato a fronteggiare il costo della vita non fanno che esasperare i giovani e indurli alla fuga.
La differenza la fanno le persone
Sono le persone, le loro capacità, la loro esperienza e i loro principi a fare la differenza e la produttività delle aziende. Partendo da questo presupposto, come si può valorizzare e salvaguardare il prezioso patrimonio delle risorse umane? É proprio qui che la tecnologia viene in aiuto al pari dell’intervento dell’HR Specialist: raccogliere e analizzare i dati e le performance, sono attività che restituiscono allo specialista delle vere e proprie mappe da poter tradurre in azioni e strategie volte a migliorare l’esperienza del dipendente nell’interesse di tutti. È qui che l’HR Specialist può intervenire e plasmare nuovi modelli lavorativi basati su un rapporto stabile, sano e duraturo fra individui e imprese.
Il percorso per acquisire tali competenze
Il requisito essenziale per poter approcciare a questo tipo di ruolo è certamente il percorso universitario. Per divenire HR Specialist è richiesto il conseguimento di una laurea triennale o magistrale, idealmente con una specializzazione in psicologia, economia o giurisprudenza. Attenzione però, perché la vera differenza in questo ambito professionale la fa il master, un percorso di completamento del proprio bacino di competenze, acquisendo altresì un titolo professionalizzante. Per rispondere alle esigenze di un mercato esigente, diversi enti e Business School offrono master verticali in risorse umane differenziati per aree di competenza. Si tratta di corsi che nascono per fornire delle competenze realmente specialistiche a figure professionali sempre più richieste da un mercato del lavoro in costante trasformazione. È proprio qui che nascono i master in Digital HR pensati proprio per la formazione di professionisti nell’era digitale.
Sicuramente la figura dell’HR Specialist continuerà a subire evoluzioni e trasformazioni, ma è da escludere la sua eliminazione in favore di una AI, poiché nell’ambito delle HR la componente umana è insostituibile. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, quando integrata in modo armonioso nei processi di gestione, è un supporto significativo al lavoro dello specialista in risorse umane, perché gli permetterebbe di dedicare più tempo e attenzione alle persone, delegando i processi amministrativi e burocratici. In questo senso, è fondamentale progettare nuove realtà lavorative in cui le mansioni dell’AI e il ruolo dell’essere umano siano definiti, regolamentati e pensati in un’ottica di alleanza, fermo restando che le persone rimangono l’asset più importante di ogni realtà lavorativa, indipendentemente dal settore.
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