KTM, uno dei principali produttori di motociclette a livello mondiale, sta affrontando gravi difficoltà finanziarie che potrebbero portare alla bancarotta. Il 29 novembre 2024, l’azienda ha annunciato di essere entrata in una fase di “autogestione” per la ristrutturazione del debito, un processo che le consente di negoziare con i creditori per un periodo di 90 giorni senza dover ricorrere ai tribunali. Questa situazione è emersa a seguito di un aumento significativo delle passività, che superano i 2,5 miliardi di euro (circa 2,64 miliardi di dollari) e includono debiti verso banche, fornitori e stipendi dei dipendenti.
Cause del fallimento
Le difficoltà economiche di KTM sono state amplificate da vari fattori:
- Aumento del debito: Fino a giugno 2024, il debito netto dell’azienda era aumentato dell’89% a 1,4 miliardi di euro, con ulteriori 136 milioni di euro in scadenza nel 2025.
- Calata delle vendite: KTM ha registrato una diminuzione del 27% delle entrate nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’anno precedente.
- Problemi di affidabilità: La reputazione del marchio è stata compromessa da problemi di qualità, in particolare legati ai modelli 790 e 890, che hanno mostrato usura prematura degli alberi a camme.
Ristrutturazione e futuro
Il piano di ristrutturazione mira a stabilizzare l’azienda e a evitare la perdita totale dei beni. Durante questo periodo, KTM ha già effettuato significativi tagli al personale, con oltre 570 posti di lavoro persi nel corso dell’anno[2]. La produzione sarà sospesa per i primi due mesi del 2025, mentre i dipendenti rimasti riceveranno stipendi parziali pre-negoziati.
Stefan Pierer, CEO di KTM e della società madre Pierer Mobility AG, ha descritto questa fase come un “pit stop per il futuro”, sottolineando l’importanza della motivazione dei dipendenti come vantaggio competitivo. Tuttavia, il futuro dell’azienda rimane incerto; entro la fine di febbraio 2025, KTM potrebbe dover dichiarare bancarotta o riuscire a ristrutturare efficacemente il proprio debito.